Ilario Malcina (Potenza 1985) poeta e giornalista freelance. Lasciati gli studi universitari a Milano si trasferisce in Nuova Zelanda, dove trova lavoro prima come bracciante agricolo e poi in una macelleria. Trascorso li qualche anno, decide di ripartire e inizia a realizzare servizi giornalistici in zone sensibili e teatri di guerra (Libia ed Egitto tra le altre). “La poesia è la mia fuga” dice “Lo scrivere sono i miei cento metri per arrivare alla pace, anche solo momentanea, della mente. Una liberazione.”
La malattia
Cervello cola, si aggrappa
a dei binari morti.
Aspetta l’ora dell’alba
per librarsi in aria,
grigia farfalla
in cerca di trappola luminosa.
Ragno la cattura in aperta campagna
dove le urla finiscono sole.
I ratti divoreranno le ossa
e isseranno teschio
alle porte della città.
La peste si diffonderà presto
tra i malati di cuore.
Senza fede
Eterno è il pensiero
nell’infinito attimo
tra una cosa e l’altra.
Tu lo scolpisci
perché esso abbia vita,
si compia, diventi mortale;
cinicamente finisca.
Eppure godere così solo puoi.
E ancora non intendi quanto.
Ho compreso il tremare del vento
Ho compreso il tremare del vento
che sfiora l’erba ma non raggiunge
questa placida terra.
E ciò che può fare
è suonare più forte da Est.
Ma la terra inamovibile,
ornata del colore
che più gli aggrada,
non risponde,
attendendo la musica
che dio, o forse sua madre,
tiene in serbo per essa.
Ho compreso il tremare del vento.